“Ancora brutte notizie, anzi pessime, dal fronte degli infortuni e delle morti sul lavoro”.
È stato questo il primo commento a caldo del Direttore Generale ANMIL alla pubblicazione dei dati INAILrelativi al primo quadrimestre 2019.
Il numero di morti registrati nei primi quattro mesi dell’anno si attesta, infatti, ben oltre i già altissimi livelli raggiunti nel 2018, con un incremento del 5,9% rispetto allo stesso periodo 2018 (da 286 a 303 casi); anche per gli infortuni in generale si registra un significativo aumento del 2,4% con circa 5.000 infortuni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (da 205.800 a 210.700).
Si aggrava ulteriormente, dunque, quell’andamento negativo che, iniziato già nel 2015 sul finire della lunga crisi economica, era proseguito negli anni successivi fino a culminare nel 2018 con un incremento di ben il 10,1% ed attestarsi su quota 1.133, vale a dire 3,1 decessi ogni giorno.
Ma la “novità” di queste ultime rilevazioni è rappresentata dalla forte crescita degli infortuni mortali anche in agricoltura, un settore che fino a poco tempo fa aveva fatto registrare solo costanti e consistenti flessioni.
La crescita dei morti nel lavoro agricolo segna addirittura un + 57,1% nel confronto tra i due quadrimestri ( da 21 a 33 casi).